Il Teatro Arena del Sole ospita in prima nazionale lo spettacolo del regista croato Bobo Jelcic, un lavoro che si inserisce all'interno del Progetto Prospero, una rete di cooperazione internazionale che favorisce gli scambi tra alcune importanti realtà europee.
Ritorna a Bologna, a due anni di distanza dal suo straordinario allestimento del Gabbiano di Checov, il celebre regista teatrale e cinematografico croato Bobo Jelcic che dirige la commedia At the End of the Week, in scena in prima nazionale sul palco dell'Arena del Sole mercoledì 8 e giovedì 9 marzo.
Emilia Romagna Teatro Fondazione, da sempre attenta alla scena internazionale, nel mese di marzo ospitai i grandi protagonisti del teatro e della danza europei e consolida il proficuo dialogo con la scena estera in un virtuoso scambio tra le eccellenze della scena teatrale internazionale grazie al Progetto Prospero, che si avvale della collaborazione tra diverse prestigiose realtà teatrali europee.
Già ospite al VIE Festival 2014 Jelcic torna in Emilia Romagna con un nuovo spettacolo in cui consegna al pubblico un ritratto iperrealista della classe media contemporanea del suo Paese, affrontando con raffinato e sottile umorismo le sue crisi ideologiche e le nevrosi della nostra epoca, indagando con pungente ironia un preciso momento della vita quotidiana e il modo in cui un gruppo di professionisti trascorre il proprio fine settimana.
Claustrofobico tempo libero
Protagonisti otto personaggi che al termine di un'impegnativa settimana lavorativa si preparano ad organizzare il proprio weekend, rintanandosi nei propri confortevoli salotti, per godersi, finalmente, il meritato riposo. Gli appartamenti, che riflettono l'agio economico derivante dalle loro professioni, si trasformano così in gabbie claustrofobiche in cui si svelano desideri inappagati. Quello che potrebbe sembrare un innocuo momento di relax si rivela essere spazio per esprimere ansie, timori, tensioni, frustrazioni e paure: uno strano nervosismo coglie i protagonisti. Il tempo libero diviene claustrofobico e i desideri inappagati così come le piccole delusioni quotidiane emergono e si ingigantiscono in questo spazio vuoto, privo di valori. Presto i salotti borghesi mostrano l'altra faccia: l'intimo disordine prende il sopravvento, le inibizioni e gli scrupoli iniziano a cadere e qualcosa si spezza.
Spazio all'improvvisazione
La classe media - che solleva la questione della mancanza di stabilità delle fondamenta della società civile croata - è la protagonista di questa pièce, iperbolica e surreale. Dopo la disintegrazione delle ideologie in questa regione, è emersa una grande confusione sociale, i vecchi principi non esistono più e i nuovi non sono ancora stati stabiliti: questo vuoto, così difficile da riempire, lascia un fondo di ansietà, rabbia e paura.
Il regista ha costruito lo spettacolo lavorando sulle improvvisazioni degli attori, i quali si trovano a sperimentare una sorta di viaggio verso l'ignoto, fatto di stati ansiosi e di tic nervosi. Viene così stabilito un legame diretto o indiretto con gli attori, in cui il pubblico riconosce persone della propria vita di ogni giorno.
Una riflessione sull'isteria contemporanea della società moderna
Specchio di un momento storico successivo alla disgregazione delle ideologie dominanti, in cui emerge tutta l'instabilità delle fondamenta su cui si basa la società civile, At the End of the Week fa riflettere su quell'isteria che oggi accomuna tutti, nella quale è impossibile non ritrovare un pizzico di se stessi, proprio perché appartiene ai ritmi imposti dalla società in cui viviamo. I lavori di Jelcic sono caratterizzati da una poesia nascosta, discreta che rivela punti deboli nel corpo della nostra collettività.